venerdì 9 dicembre 2011

Kalitta

Gioco con la paura, è così che trascorro le mie giornate.
Con la paura e con i draghi. Ma non sono poi la stessa cosa?
Creature stupide gli umani. Venerano santi che ammazzano draghi e non capiscono perché Gaudì li abbia messi all’ingresso del suo giardino. Perché colpire con spada i guardiani dei segreti? Perché toglier la vita alle Grandi Guide?
Venero i draghi, sono i compagni della mia vita. Volano con me quando tra la folla riconosco la scia di una persona pronta ad andar oltre. Non mi si può resistere, non si può non percorrere una strada che io ho scelto.
Io giungo con i miei draghi, il loro fuoco riscalda le emozioni, le loro ali permettono di elevarcisi sopra.
Gioco con la paura che so essere solo una porta, una sentinella, un limite che non permette di andare oltre. Spingo le persone a sfidarla. Non c’è limite alcuno. Non esistono punti di arrivo. C’è sempre un passo ulteriore che può essere fatto.
Questo mi spinge a calcare le strade del mondo. Per questo non ho una mia dimora. La mia esistenza è confondermi con gli uomini fino a trovare coloro disposti a farsi guidare da me. Da me e dai draghi.
L’eletto può scalciare, piangere, ribellarsi, ma io conosco il suo cuore e conosco cose che di lui non sa.
Se un giorno mi vedi per strada, se riesci a riconoscermi in mezzo a mille, sappi che sono là per te. Sono là per darti un ordine che aspetti da tutta la tua vita.
Brucia e vola. 

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