venerdì 25 novembre 2011

Coris

Mi piace quando mi raccontano le fiabe. La mia preferita è quella dell’arcobaleno.
“Tanti e tanti anni fa, prima ancora che le stelle avessero un nome, c’era un regno separato da tutti gli altri paesi. In questo regno, chiamato Isola Eutò, c’erano grandi alberi e numerosi ruscelli, l’oceano lo circondava e al suo centro svettava una rotonda collina.  I suoi abitanti vivevano ovunque. Nelle acque, sirene, tritoni e ninfe. In tunnel sotterranei, costruivano le loro case laboriosi gnomi. Al riparo di tronchi e massi, giocavano simpatici folletti. Tra le fronde degli alberi, riposavano le fate. Di giorno tutti si dedicavano alle loro attività, la notte poi, prima di dormire, si ritrovavano attorno ad un fuoco acceso sulla riva. Una notte, mentre salutavano le ultime stelle che apparivano all’orizzonte, il cielo s’illuminò di un lampo dorato. Nessuno ebbe il tempo di capire cosa fosse, e non ci fu bisogno di farlo, perché un attimo dopo una radiosa fenice atterrava in mezzo a loro. Mentre il fuoco faceva risplendere le sue ali, l’uccello narrò la più meravigliosa e curiosa e originale storia. Parlò di buffi esseri che si chiamavano uomini, vivevano in caverne e passavano il tempo viaggiando da una terra ad un’altra, rincorrendo animali con una lancia e imparando l’arte della pittura.
Gli abitanti di Isola Eutò erano da sempre curiosi, e fecero molte domande alla fenice viaggiatrice. Quando ognuna ricevette risposta, i più avventurosi decisero che bisognava andare a conoscere questi uomini. C’era solo un problema. Loro vivevano su un’isola lontana da tutto, talmente lontana che anche i più vigorosi tritoni non sarebbero stati in grado di raggiungere quella terra. Quella notte nessuno dormì. Tutti proponevano soluzioni ma nessuna sembrava andar bene. Giunse infine la prima luce a rischiarare la spiaggia. Fu allora che un giovane folletto, guardandosi attorno, soffermò il suo sguardo sul sentiero che conduceva alla collina. “Dobbiamo costruire una strada”, disse scattando in piedi. “Ma non possiamo costruire una strada sull’acqua”, rispose uno gnomo saggio. “Costruiamo qualcosa per aria” propose una fata. “Creiamo un ponte!”, esclamò una sirena.
Fu così che tutti iniziarono a costruire il più lungo e maestoso ponte mai visto. Era leggero come le gocce di rugiada di cui era fatto, e quando il sole lo illuminava si colorava di sette colori. Lo chiamarono arcobaleno. Fu così che tutti noi siamo giunti qui per la prima volta, e quella è la strada per venire nel nostro mondo. 

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