10.25
Parcheggiatore abusivo. Un posto improbabile. Ma a quest’ora trovarlo è già un miracolo.
Lascio cadere un euro nella mano del senegalese.
L’odore della porchetta mista all’incenso mi si fa incontro.
Cammino con Gaia per mano, mentre le persone ci strattonano sul viale principale del mercato.
“Rubare le piante porta sfiga”. Iniziamo bene.
Mi avvicino alla bancarella dei fiori e i “sassi viventi” catturano la mia attenzione. Le piante grasse hanno qualcosa di ancestrale, di post-apocalittico, di extraterrestre.
E’ il preistorico che ti viene incontro e ti dice guarda da dove vieni.
“Prendiamo le rose? Queste rosse scuro!”
Poi abbassa la voce e sussura al mio orecchio:
“Si chiama Pampy. Vuole un posto dove sentirsi a casa!”
Gaia è sempre attratta dai fiori. Dice che dietro ogni fiore ci si trova una fata.
Perché non mi lascia il mio pantheon dei sogni? Il mio Marte Apocalittico? Il mio paesaggio lunare dove respirare?
“Dai prendi Pampy, che la portiamo a casa! ”, le dico sorridendo.
Chissà se le piacciono gli scatoloni?
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