mercoledì 16 novembre 2011

Dublino

19.35

Crocchette al 6.
La coppia di amanti clandestini che il sabato arriva sempre alle 19.10.
Di solito è lui il primo ad arrivare ordina due crocchette e dopo dieci minuti arriva anche lei. Si siedono come se fossero colleghi di lavoro. Forse lo sono. Parlano a bassa voce.
Ordinano birra chiara alla spina.
A me piace spillare la birra. Vedere il bicchiere inclinato che si riempie e la schiuma che si forma. La stessa che scendeva nei calici a Dublino.
Le mie serate nei pub irlandesi. Erica. I miei 23 anni.

"In Westland row si fermò davanti alla vetrina della Belfast and Oriental Tea Company e lesse l'etichetta dei pacchetti di stagnola: miscela scelta, qualità sopraffina, miscela per famiglie. Piuttosto caldo. Tè."
Ecco per me Dublino è sempre stata quest'immagine. Mr Bloom che cammina nell'Ulysse di Joyce. Erica era la mia Molly.
Un pub con musica irlandese. Una ballata. Lei seduta al tavolo d'angolo con altri tre ragazzi. I bicchieri di birra finiti. Questa è la prima immagine di Erica. Capelli rossi e un faccino da irlandese. Io e Fabio ci sedemmo a un tavolo lì vicino, ordinammo Guiness e cercammo di darci un tono. Di non sembrare i soliti turisti sprovveduti. Di non sembrare italiani.
Fu Erica a quel punto a sorridermi. Non ci credevo. Avevo fatto colpo su un'irlandese! Poi si avvicinò al tavolo e mi chiese se potevo offrirle una birra. Io le avrei offerto tutta la birra di Dublino quella sera.
Si sedette al tavolo, arrivò la birra. Scoprii che era di Torino e sorrisi.




Margherita e Funghi al 6.
Ora si sorridono. Diventano più visibili le rughe intorno alla bocca di lei.
Metto le pizze davanti a loro. E mi sento di interrompere quell'intimità. Infatti cambiano espressione entrambi. Diventano neutri. Algidi.
E se tra vent'anni fossi io seduto al posto dell'uomo dai capelli brizzolati? Se fossi io a dover celare un'emozione anche davanti a un cameriere? Se fossi io a dover parlare a bassa voce, solo per paura che qualcuno in un locale possa riconoscermi?
Chissà se quando mia madre ha divorziato da mio padre lo aveva trovato insieme a una donna così. Chissà com'era l'amante di mio padre. Chissà se le sorrideva così.

Erica mi sorrise così a Grafton Street. Gli artisti di strada suonavano i Beatles o "Another girl" risuonava nei loro strumenti. Io non ho capito mai fin dove un musicista interpreta una musica o è la musica a lasciarsi plasmare da un musicista.

Poi arrivò un temporale. Uno di quelli tipici irlandesi. Con la pioggia fine e persistente. Uno di quei temporali che nei boschi irlandesi, secondo Gaia, fa danzare le fatine sotto la pioggia e fa riparare i folletti sotto i funghi. Noi ci riparammo in un pub. Bevemmo due birre a testa. Smise la pioggia e chiedemmo il conto.

Conto al 6.

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